Cause e rimedi per il trattamento del bruxismo

Il bruxismo consiste nell’atto involontario di digrignare i denti in maniera abitudinaria e ripetitiva soprattutto di notte, nella fase più profonda del sonno.
Si tratta di una parafunzione del muscolo massetere, un muscolo assai potente e massiccio che determina in larga misura la forma della parte laterale inferiore del volto, rendendolo piuttosto quadrato.

Le cause del bruxismo sono molteplici. Tra le principali ci sono ansia, stress, abuso di alcol, di sostanze eccitanti e stupefacenti, disturbi del sonno, dell’umore, assunzione di antidepressivi, etc.
I sintomi invece sono abrasione dei denti e sensibilità al caldo e freddo, mal di testa, dolore ed indolenzimento della mandibola ed eccessivo sviluppo del muscolo stesso.


Per risolvere questo problema, la soluzione più conosciuta e proposta dagli odontoiatri è l’uso del bite notturno che però non risolve il problema. Difatti, l’unica terapia ad oggi conosciuta che elimina, anche se temporaneamente, il problema sono le iniezioni di tossina botulinica di tipo A nel muscolo massetere, poiché sfrutta l’effetto di parziale paralisi muscolare temporanea.
Queste iniezioni vengono effettuate per prevenire il movimento andando così anche a protegge denti, muscoli ed articolazioni. Il muscolo massetere, in cui viene iniettata la tossina, si rilassa smettendo di contrarsi. Diminuiscono i sintomi e si riduce l’intensità delle contrazioni.

La zona da trattare viene innanzitutto disinfettata e mappata dal professionista per individuare il muscolo stesso dove iniettare la tossina botulinica. Il trattamento è ambulatoriale e molto veloce e l’effetto terapeutico si ha già dalla prima seduta dopo 4-7 giorni circa.
L’effetto della tossina ha una durata che varia dai 4 ai 6 mesi e si consiglia di ripetere il trattamento due volte l’anno.

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Aging e pelle: consigli pratici

L’invecchiamento cutaneo è causato da diversi fattori, in primis l’esposizione al sole, che causa radicali liberi, i quali a loro volta causano stress ossidativo alterando così le cellule e le fibre della pelle. Altri fattori aggravanti sono il fumo, l’alcol e l’inquinamento.
Con l’avanzare dell’età, il nostro corpo produce meno collagene e le fibre subiscono un processo di glicazione. Gli zuccheri che agiscono sulle proteine rendono le fibre stesse più rigide.

La prevenzione è importantissima: è bene esporsi al sole con la protezione solare totale ed evitare le ore centrali della giornata, smettere di fumare e seguire una dieta il più possibile ricca di frutta e verdura che aiuti a contrastare i radicali liberi.
Questo consiglio è ancora più efficace se si mette in pratica prima della comparsa dei primi segni visibili dell’età.

Ultimo ma non meno importante, l’idratazione della pelle. A seconda del tipo di pelle e dell’età, si consiglia l’utilizzo di prodotti che contengano ingredienti attivi antiossidanti: creme, quindi, che contengano acidi della frutta, vitamina C o retinolo. Esistono in commercio anche prodotti che contrastano la glicazione per ritardare l’invecchiamento.
Le persone che passano molto tempo all’aperto dovrebbero utilizzare quotidianamente una crema giorno che contenga anche la protezione solare. È provato infatti che i raggi UV sono responsabili della comparsa precoce dei segni di invecchiamento cutaneo. Anche d’inverno come crema idratante di base al make-up dovrebbe essere usato un prodotto con SPF di almeno 30.

​​L’invecchiamento della pelle può essere contrastato utilizzando i prodotti e seguendo uno stile di vita sano.​

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La scoperta della tossina botulinica per uso estetico

La tossina botulinica è una scoperta piuttosto recente. Gli oftalmologi, fra tutti gli specialisti medici, sono stati i primi a scoprire i grandi effetti della tossina botulinica sulla muscolatura, in particolare quella intorno agli occhi.
Il merito delle prime osservazioni sulla riduzione delle rughe glabellari, dopo le varie applicazioni in oftalmologia, lo si deve ai coniugi Carruthers, Jean e Alastair. Furono loro, nel 1987 ad osservare e capirne le potenzialità: le rughe glabellari scomparivano se trattate con tossina botulinica ed è proprio dopo queste osservazioni che il suo uso cosmetico è divenuto inarrestabile.
La loro prima pubblicazione risale al 1989, in seguito alla quale sono diventati i maggiori utilizzatori e studiosi della tossina in ambito estetico e le loro pubblicazioni rappresentano, tutt’ora, delle lezioni per i medici estetici di tutto il mondo.

La prima multinazionale che ha capito il grande futuro di questo farmaco è stata Allergan che ne ha acquistato i diritti nel 1991. Acquistò lotti di tossina botulinica a cui diede il nome di Botox, nome commerciale divenuto famoso in tutto il mondo.
Due anni dopo, la Porton Products lanciò una tossina botulinica chiamata Dysport, utilizzata soprattutto in campo neurologico e oggi commercializzata da Ipsen.

In Italia la prima tossina autorizzata per uso estetico arriva solo nel 2004. È di nuovo Allergan, con il nome commerciale di Vistabex, che rende possibile l’utilizzo di tossina botulinica a, in particolare per il trattamento delle rughe glabellari.
Successivamente vengono approvate anche Azzalure nel 2010, distribuita da Galderma, e Bocouture nel 2011, distribuita da Merz.
Nel 2021 invece, arriva la prima tossina liquida: Alluziance, distribuita da Galderma che non necessita di essere ricostituita ed è già pronta all’uso.
Tutte le tossine vengono conservate in frigorifero a 2 – 8 C° tranne Bocouture che, se non ancora ricostituita, ha il vantaggio di poter essere conservata a temperatura ambiente.

La tossina botulinica di tipo a è la forma più utilizzata in medicina estetica per i trattamenti del volto, del collo e per la cura dell’iperidrosi. Provoca il blocco temporaneo della contrazione muscolare, così da impedire la formazione delle rughe.
La durata del trattamento può variare dai 4 ai 6 mesi e una volta iniettata, l’effetto è visibile dopo 7/10 giorni.

La tossina botulinica è un prodotto straordinariamente efficace, accessibile e sostanzialmente privo di rischi. Le sue qualità ne fanno il principale farmaco estetico per la prevenzione e il trattamento delle rughe, ed è in grado di restituire al paziente un aspetto meno stanco e più rilassato. Se ti interessa l’argomento, consigliamo la lettura del testo del Prof. Alessio Redaelli. Per informazioni, clicca qui.

Acido polilattico: scultore di viso e corpo

L’acido polilattico è un polimero dell’acido lattico di origine sintetica che si produce attraverso la polimerizzazione dell’acido lattico, ottenuto a sua volta dai processi fermentativi operati generalmente da batteri del genere Lactobacillus.
L’acido polilattico è largamente sfruttato nell’ambito della medicina estetica, dove viene utilizzato sotto forma di filler e fili di sospensione in alternativa alla chirurgia plastica.
Il suo successo nel campo della medicina estetica è da ricercarsi nelle sue interessanti proprietà. È un polimero sintetico, biodegradabile, assorbibile ed immunologicamente inerte, il cui compito è quello di stimolare la produzione di collagene, una proteina fondamentale che compone i tessuti cutanei.

Una valida alternativa al lifting, l’acido polilattico è utilizzato per correggere imperfezioni ed inestetismi del viso con successo. È utilizzato per il trattamento di mento, occhiaie marcate, zigomi, cicatrici acneiche e per ridurre la profondità di solchi e rughe del viso donando un aspetto più tonico, compatto e levigato della pelle.
A differenza di altri filler, non si inietta direttamente nella ruga, ma bensì in tutta l’area dalla depressione cutanea. Lo scopo non è tanto il riempimento, quanto la voluminizzazione e la ristrutturazione della cute. Massaggiare energeticamente per i successivi 7/10 giorni le zone trattate è di fondamentale importanza, per evitare piccoli accumuli di prodotto sottopelle non visibili, ma palpabili.

La caratteristica peculiare dell’acido polilattico è quella di determinare un aumento dello spessore del derma per formazione di neocollagene. In altre parole, le microparticelle di acido polilattico vengono ricoperte da una mousse di collagene prodotto dal paziente stesso che va ad ispessire il derma e ad aumentare il tessuto sottocutaneo. Quello che si crea è una reazione da corpo estraneo, leggera e controllata da un punto di vista medico, che, come abbiamo detto, provoca la formazione di collagene. Non si tratta di un collagene normale, ma un collagene fibrotico, quindi particolarmente utile nei casi di atonia. Quindi quando viene riassorbito, il collagene formatosi nell’organismo darà un aspetto riempitivo molto più duraturo.

Tanto richiesto nell’ultimo periodo è l’acido polilattico per il riempimento e rimodellamento del gluteo. La tecnica d’iniezione più usata è sicuramente la cannula, che, a differenza dell’ago, è molto più sicura e consente una diffusione più omogenea del prodotto stesso.

Per evitare effetti collaterali, è di fondamentale importanza affidarsi a medici estetici competenti ed altamente qualificati in materia. Nell’immediato post trattamento è possibile riscontrare rossore nella zona trattata, ecchimosi, edemi ed ematomi che si assorbiranno in qualche giorno.

Sconsigliato trattare con acido polilattico nel caso di malattie autoimmuni, neoplasie, malattie o infezioni della pelle e per ultimo, ma non meno importante, evitare di iniettarlo in caso di gravidanza, allattamento e nei soggetti sensibili o allergici a questa sostanza.

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Trattamento estetico del sorriso gengivale

Il gummy smile, o sorriso gengivale, è descritto come l’esposizione di una larga banda di gengiva cheratinizzata, maggiore di 2 mm, durante il sorriso pieno. Anche se le cause sono molteplici, il risultato finale consiste sempre in un’alta linea del sorriso che può essere localizzata diversi millimetri sopra il margine gengivale degli incisivi e canini superiori.

Il sorriso gengivale non è una patologia, bensì una condizione di disarmonia del sorriso, che nella nostra cultura è considerata al di fuori dei tradizionali canoni di bellezza. Quanta più gengiva viene mostrata tanto più sorriso appare disarmonico. Per molte persone, questo inestetismocrea imbarazzoe per questo motivo cercano di limitare i movimenti della bocca quando sorridono.

Esiste una soluzione per risolvere il gummy smile. Il trattamento, oltre che chirurgico, può essere eseguito mediante iniezioni di tossina botulinica, che va ad agire sulla componente muscolare responsabile di questo fenomeno, riducendone l’attività. 
Il botulino un farmaco, e come tale deve essere utilizzato da personale medico qualificato. Se eseguito da medici specializzati e con esperienza, la procedura risulta essere particolarmente efficacee indolore. Il trattamento del gummy smile dura pochi minuti ed è oggi uno dei trattamenti più richiesti nell’ambito della medicina estetica. La procedura viene svolta in regime ambulatoriale, senza necessità di anestesia.

Gli effetti tendono a comparire in maniera graduale in 10/15 giorni e con risultati estremamente naturali.
La maggior parte dei pazienti riescono a risolvere il problema con una seduta, senza ritocchi, anche se occorre ripetere il trattamento dopo circa 6-7 mesi per mantenere i risultati ottenuti.

Come dice il nostro Direttore scientifico Prof. Alessio Redaelli nel suo testo1 dedicato all’argomento: ”La bellezza di un volto è data dall’armonia di volumi, misure, altezze che caratterizzano quel particolare volto, inserito in quel particolare corpo e che evocano una sensazione positiva per un motivo assolutamente disinteressato. Denti, capelli e cute contribuiscono all’armonia dell’insieme”.


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1 Redaelli A. – Medicina estetica in odontoiatria – tecniche mediche a completamento dei piani di cura odontoiatrici (OEO Firenze 2013)

Ialuronidasi: un’alleata in estetica!

Si possono cancellare gli effetti di un trattamento di medicina estetica eseguito mediante acido ialuronico e del quale non piace il risultato? La risposta alla domanda è: ialuronidasi

Il termine ialuronidasi identifica una classe di differenti enzimi, in grado di degradare alcuni componenti classici della matrice extracellulare, come l’acido ialuronico, la condroitina e i condroiditin solfato.

Già utilizzata in ambito medico dal 1928 per agevolare l’iniezione di vaccini e farmaci, oggi trova largo impiego in medicina estetica. Considerando la fisiologica attività degradante della ialuronidasi, questo enzima rientra attualmente tra le metodiche più impiegate in ambito medico-estetico-dermatologico per la correzione di eventuali eventi ischemici, commessi dal medico relativamente all’utilizzo di filler a base di acido ialuronico, per la riduzione rapida di edemi ed evoluzioni flogistiche o per il trattamento della cellulite in mesoterapia in combinazione ad altri farmaci.

Nel caso di utilizzo per problemi legati all’uso improprio di acido ialuronico, l’effetto è praticamente immediato: la ialuronidasi agisce subito e si autoelimina degradando il filler di acido ialuronico. Nel caso di noduli da accumulo di filler, persistenti anche a distanza di tempo, l’iniezione di ialuronidasi nella zona interessata accelera la degradazione dell’acido ialuronico fino ad eliminarlo del tutto.

Tuttavia, è da tenere in considerazione che la ialuronidasi non è un farmaco autorizzato per la correzione dei problemi estetici legati all’iniezione di filler di acido ialuronico: il suo utilizzo, in tal senso, è off – label.
Qualora la persona sia interessata ad eliminare i residui di acido ialuronico, o nel caso in cui corra un grave pericolo di compromissione vascolare, essa deve essere informata preventivamente di tutte le sue caratteristiche, modalità di somministrazione e complicanze, attraverso un consenso informato dedicato.

La ialuronidasi si acquista in farmacia: si trova in boccettini da 300, 600 o 900 unità da diluire, se è in forma liofilizzata, oppure già diluite, da conservare in un luogo fresco, asciutto ed al riparo dalla luce diretta

È di primaria importanza, quindi, affidarsi ad un medico competente che valuterà il da farsi e quali prodotti e quantità utilizzare. Tutti i medici nel loro studio devono essere sempre provvisti di ialuronidasi.

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Il consenso informato

Il consenso informato in medicina è l’accettazione che il paziente esprime ad un trattamento sanitario, in maniera libera, e non mediata da nessun altro, dopo essere stato informato sulla modalità di esecuzione, i benefici, gli effetti collaterali e i rischi ragionevolmente prevedibili.
Si tratta di un vero e proprio documento con valore legale (legge L.219/17, art.1 comma 9), il cui scopo è quello di tutelare tanto il medico quanto il paziente da errori o incomprensioni: la legge italiana prevede che i medici e gli operatori sanitari possono curare una persona solo se questa è d’accordo e dà il consenso. Esplicitate nel terzo comma della L.219/17, le informazioni che il medico deve fornire riguardano la diagnosi, la prognosi, i benefìci e rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti indicati, le possibili alternative e le conseguenze dell’eventuale rifiuto/rinuncia. Il consenso deve essere acquisito dal sanitario sempre prima di eseguire un qualsiasi tipo di trattamento.

Un consenso informato valido, quindi, deve essere personale, espresso direttamente dal soggetto; libero, non condizionato da pressioni psicologiche da parte di altri soggetti; esplicito, manifestato in maniera chiara e non equivocabile; consapevole, formato solo dopo che il paziente ha ricevuto tutte le informazioni necessarie per maturare una decisione e specifico, in quanto in caso di trattamento particolarmente complesso, l’accettazione del paziente deve essere indirizzata verso tali procedure, mentre non avrebbe alcun valore giuridico un consenso del tutto generico al trattamento.

Il consenso informato, quindi, postula il diritto del paziente di scegliere, accettare o anche rifiutare i trattamenti, dopo esser stato pienamente informato sulla diagnosi, il decorso previsto dal trattamento, tutti i possibili rischi ad esso correlati e sulle alternative terapeutiche e le loro conseguenze.
Il medico, a sua volta, nel caso in cui non provveda a farlo compilare, può andare incontro a richieste di risarcimento del danno e, in determinati casi, anche a responsabilità penale.

Per questo motivo si ritiene essenziale ribadire l’importanza del consenso informato, non solo da un punto di vista medico ma anche e soprattutto giuridico.

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Filler e labbra: un’equazione vincente

Labbra dall’aspetto moderatamente carnose sono espressione universale di giovinezza e sensualità: sono uno dei punti focali del volto, che, insieme allo sguardo, fanno da cornice all’espressività di ogni persona. Le labbra, insieme agli occhi, sono il nostro principale mezzo di comunicazione.

Le labbra, perdendo tonicità e volume a causa principalmente dell’invecchiamento, si configurano come una zona anatomica molto indicata per questa tipologia di trattamenti a base di acido ialuronico.

Oggigiorno, nella regione periorale, si preferisce utilizzare filler riassorbibili all’acido ialuronico, sicuro e molto efficace: dà alle labbra un aspetto più giovane e tonico, dai contorni ridefiniti con un effetto molto naturale che non va ad alterare la natura della persona stessa. Questo tipo di trattamento si sta diffondendo anche tra le adolescenti, che si sottopongono al trattamento per ottenere un effetto sensuale e naturale al tempo stesso.

Le labbra si definiscono perfette quando sono simmetriche, occupano uno spazio pari almeno al 10% del terzo inferiore del viso, ed inoltre rispettano la proporzione tra il labbro superiore e quello inferiore di un terzo per il primo e due terzi per il secondo. È importante che il labbro inferiore sia sempre più carnoso di quello superiore per evitare un effetto innaturale. Oltre alle proporzioni, vanno valutati anche gli angoli esterni della bocca che, con l’invecchiamento, tendono ad essere ricurvi verso il basso, ed il cosiddetto arco di cupido che col tempo tende a perdere la forma e a diventare schiacciato e meno sensuale, perché troppo uniforme.

Questo trattamento porta a possibili effetti collaterali come gonfiore della zona trattata, che tuttavia tende a sparire in circa 24/48 ore, o piccoli ematomi che tendono a riassorbirsi in qualche giorno. Il risultato è immediatamente visibile anche se apprezzabile in un paio di giorni, quando il piccolo trauma delle microlesioni è passato.

La correzione del labbro dev’essere sempre naturale e ben proporzionata, a volte anche un piccolo miglioramento può portare ad un effetto gradevole e sensuale.

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La figura dell’assistente in estetica

L’assistente di studio medico ad indirizzo estetico è un operatore in grado non solo di affiancare e supportare il medico nell’esecuzione dei trattamenti, ma anche di assistere il paziente nelle fasi pre e post-trattamento. La figura dell’assistente ha un ruolo di fondamentale importanza sin dal momento dell’accoglienza del paziente, essendo il primo contatto con il paziente stesso.

Si configura quindi come una persona molto importante, se non indispensabile, all’interno dello studio: ha un ruolo chiave per la gestione del paziente e dell’agenda degli appuntamenti, e deve essere dotata di grande esperienza in campo medico e aggiornata sulle ultime tecniche e sui nuovi prodotti in uso nello studio.

Accoglie i clienti, li fa accomodare in sala d’aspetto e li indirizza dallo specialista, e di conseguenza ha il compito di mettere i pazienti a proprio agio, intrattenendoli con pazienza e, se necessario, rassicurandoli con professionalità sulle possibili conseguenze del trattamento che andranno ad effettuare.

Ad oggi non esistono specifici requisiti formativi per diventare segretaria e/o assistente di studio medico, ma è consigliato un corso di formazione per avvicinarsi alla professione. Tali corsi, tuttavia, non sono ancora riconosciuti a livello nazionale, benché molto validi, in quanto non è previsto un percorso accademico che porti al conseguimento di un titolo di laurea.
L’offerta formativa nel nostro paese è ampia. Oltre ai corsi che forniscono una formazione di base di tipo socio-sanitario, competenze in amministrazione e contabilità, segretariato, archiviazione dei documenti, comunicazione e informatica, permettendo inoltre di imparare ad utilizzare i software gestionali e i programmi per fissare gli appuntamenti comunemente usati negli studi medici, vi sono corsi mirati alla formazione specifica in estetica che prevedono accenni di anatomia e fisiologia della cute, illustrano i principali trattamenti in medicina estetica e i materiali disponibili in commercio, le normative vigenti e, aspetto non secondario, si concentrano sull’importanza della comunicazione.

Ricordiamo che l’assistente deve essere una persona empatica, in grado di entrare in sintonia con il paziente, e dotata di buone doti comunicative e di ascolto.

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Odontoiatria estetica: tecniche e trattamento dell’area periorale

Sempre più la medicina estetica interessa l’odontoiatria, oltre alla cura delle patologie del terzo medio e del terzo inferiore del volto, anche l’estetica di queste aree viene trattata dall’odontoiatra stesso a completamento dei piani di cura.
Viene utilizzata la tossina botulinica A per la correzione del gummy smile o del bruxismo, trattamenti off-label, ed acido ialuronico nel terzo inferiore del volto, iniettato principalmente nelle labbra e nei tessuti periorali per ripristinare i corretti volumi e ridurre le rughe.
Essendo la tossina botulinica A uno dei più potenti inibitori della trasmissione neuromuscolare, viene spesso utilizzata prima di un inserimento di un impianto per distendere la muscolatura e per massimizzare il risultato anche nel lungo periodo post intervento.

L’odontoiatria estetica, a differenza della medicina estetica, come abbiamo già detto, può operare solo nell’area periorale. Uno degli inestetismi molto a cuore ai pazienti dopo un intervento massivo, è la diminuzione dei volumi delle labbra. Infatti, la parte superiore tende a ridurre l’esposizione incisiva e mascellare, mentre il labbro inferiore tende ad aumentare l’esposizione degli incisivi inferiori. Anche il filtro mento-labiale e naso-labiale diminuendo di volumi, danno vita a rughe, e qui l’intervento dell’odontoiatra con filler, è di fondamentale importanza, donando così quell’aspetto armonioso e fresco al viso della paziente stessa.

Come dice il nostro Direttore scientifico Prof. Alessio Redaelli nel suo testo1 dedicato all’argomento: ”La bellezza di un volto è data dall’armonia di volumi, misure, altezze che caratterizzano quel particolare volto, inserito in quel particolare corpo e che evocano una sensazione positiva per un motivo assolutamente disinteressato. Denti, capelli e cute contribuiscono all’armonia dell’insieme”.

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1 Redaelli A. – Medicina estetica in odontoiatria – tecniche mediche a completamento dei piani di cura odontoiatrici (OEO Firenze 2013)